
L’Associazione, racconta Gabriella Graziani, da quasi vent’anni, insieme ad altre attività socioculturali connesse all’educazione e alla scuola, gestisce e organizza un Laboratorio di Esperienza Teatrale per Ragazzi, dove canto, danza e recitazione trovano un connubio ideale nella realizzazione di opere classiche ed inedite. Questa esperienza teatrale nasce con l’intento di sottrarre i bambini ed i ragazzi ai modelli diseducativi dominanti della società odierna. Il nostro principale obiettivo è dunque quello di innestare la cultura dell’arte nelle attività quotidiane dei ragazzi e delle loro famiglie; promuovere e stimolare la comunicazione emozionale e le iterazioni soggettive; intercettare le istanze della fascia pre-adolescenziale e adolescenziale ed evolverle in espressioni creative ed infine, compendiare tutti questi fattori in una esperienza di Teatro Totale, come piacevole e gratificante avventura nel mondo della Cultura e dell’Arte, con continuità ed evoluzione, senza mai sottovalutare l’impegno e il sacrificio dei partecipanti né dei loro familiari. Ai ragazzi forniamo guida e supporto con approfondimenti sulla storia del teatro, dei grandi autori, dei generi e delle tecniche usate. Il nostro lavoro consiste inoltre nel generare gruppi coesi, consapevoli, che facciano della propria esperienza artistica un vissuto d’impegno e d’ambizione, da trasmettere con entusiasmo al proprio ambiente circostante, avvalendosi sempre di professionisti nei vari settori d’azione. A partire dal 2007 le nostre compagnie di ragazzi hanno iniziato il loro percorso di confronto con un pubblico vero fatto di coetanei ed adulti. Percorso che li ha visti partecipare, fra i tanti festival, alla rassegna «Giffoni Teatro», nota per la sua kermesse internazionale di Cinema e Teatro per ragazzi, insieme ad artisti di calibro nazionale e al 48 Ore Film Project. Tutti gli spettacoli proposti hanno come principale caratteristica quella di mettere insieme diverse strutture/realtà di giovani che abbracciano i vari Mestieri del Teatro. Guidati dal nostro gruppo di professionisti nei vari settori, infatti, per ogni singola messa in scena sono stati coinvolti più di cinquanta ragazzi per la realizzazione di scenografie e costume, (utilizzando i tanto discussi Progetti di Alternanza ScuolaLavoro, di cui noi, però, siamo un riuscito esempio con il Liceo Artistico Caravaggio e l’Istituto di Moda e Grafica Virginia Woolf), realizzazione di musiche, organizzazione della “Compagnia” e, come già detto, recitazione canto e danza (i nostri allievi e studenti di danza di alcune scuole romane e laziali), per un totale, a oggi, che supera la quota di quattrocento ragazzi coinvolti ogni anno. Ognuno degli spettacoli prevede degli incontri con i ragazzi (concordati con le scuole ed i docenti) che hanno come obbiettivo l’avvicinamento al mondo del teatro e della drammatizzazione in generale, tramite la conoscenza dei testi e della recitazione, con il supporto di attori di esperienza o giovani esordienti. La nostra ambizione è quella di riavvicinare i giovani al teatro, educandoli all’ascolto e all’attenzione, rendendoli spettatori consapevoli e con un proprio gusto estetico. Negli ultimi tre anni abbiamo iniziato a lavorare ad una quadrilogia composta da tre drammi presi da opere classiche e rivisitati in chiave moderna e funzionale al Progetto di Laboratorio Esperienza Teatro per ragazzi fatto dai ragazzi, più un quarto spettacolo originale intitolato “Spiritual Revolution”. Nella quadrilogia il tema centrale è l’essere umano, la sua natura, le sue debolezze e il suo rapporto con la Terra. La partenza dalla Tragedia Greca era doverosa e già nel titolo sono contenuti i motivi che danno origine al percorso dell’uomo: “Le colpe dei padri ricadono sui figli”. Uomini condannati a subire una triste maledizione per gesta inique compiute dalla propria ascendenza e costretti a loro volta a compiere nefandezze, con la vacua speranza di interrompere la delittuosa catena e anzi coinvolgendo miseramente altre vittime innocenti, mettendo così impietosamente in mostra la grande fragilità umana, vittima della avidità, della vanagloria e dell’empietà. In “2028 Una nuova Opera da tre soldi” (ispirata sia all’omonima opera di Bertolt Brecht che alla precedente ballad “L’Opera del Mendicante” di John Gay) troviamo sempre al centro l’uomo che, nonostante siano passati secoli dal prototipo greco che abbiamo precedentemente conosciuto, non ha ancora imparato a rifuggire dai cattivi impulsi ma al contrario ha sublimato la sua parte peggiore, regolando tutti suoi rapporti sociali secondo il proprio interesse che lo spinge dunque a cercare di sopraffarsi l’uno con l’altro e di conseguenza portare tutta l’umanità verso il baratro della autodistruzione, che viene da noi immaginata alla fine dello spettacolo in una esplosione atomica che azzererà tutto. Il terzo spettacolo è “2053 Sogno di Una Notte di Mezza Estate”, dove ho immaginato la nuova generazione, a distanza di venticinque anni dall’esplosione nucleare, ridotta ad un ammasso subumano, senza più regole né morale, vagare tra le macerie delle vestigia di un tempo, alla ricerca di cibo: animali predatori pronti a sbranarsi a vicenda, improvvisamente ipnotizzati da benefiche entità primordiali che, con la forza dell’amore e della cultura li riporteranno, attraverso un onirico viaggio in una notte di mezza estate, alla loro dignità di uomini, finalmente mondi da tutte le impurità e dalle maledizione delle “colpe dei padri”. L’ultimo atto della qua-drilogia si intitola “Spiritual Revolution” e parlerà dell’uomo che si riappropria della sua “umanità”, per ricostruire un mondo dove l’amore e la cultura saranno la guida della rivoluzione spirituale…
Ci dica qualcosa di più sul primo spettacolo che darà il via alla sua quadrilogia: “Le colpe dei padri ricadono sui figli” Questo spettacolo, prosegue la regista, nasce dalla necessità di far conoscere ai ragazzi il mondo della tragedia greca; si è portati a credere che questo sia un mondo distante e lontano dal nostro immaginario e ancor più da quello dei giovani. Il nostro intento è mostrare ai ragazzi, attraverso una messa in scena realizzata proprio da loro coetanei, come il teatro greco sia all’origine del nostro mondo e, proprio per questo, riferimento costante per conoscere e conoscerci. La tragedia, liberamente tratta dalle opere di Eschilo, Sofocle ed Euripide, ripercorre trasversalmente le vicende dei figli di Edipo e dei figli di Agamennone, storie diverse accomunate da un unico destino: scontare le colpe dei padri. Padri illustri Agamennone ed Edipo, che a loro volta hanno scontato le colpe dei padri in un catena ininterrotta di colpe. Antigone, Ismene, Ete-ocle e Polinice, “Maledetti figli di Edipo condannati a scontare la colpa del padre armati l’uno contro l’altro”, così saranno presentati dal coro. Oreste, Elettra e Ifigenia, figli di Agamennone e Clitennestra condannati ad una vita da esuli e nel caso di Elettra esule nella sua stessa casa. Cassandra, figlia di Priamo re di Troia, prigioniera di Agamennone, figura profetica condannata a dire al vento le sue profezie di morte; Polissena, sacrificata in onore di Achille; Andromaca, condannata a piangere morto il marito Ettore, vedere il proprio figlio Astianatte gettato giù dalle mura di Troia e a diventare infine schiava del re Neot-tolemo. La sua voce insieme a quella delle altre donne troiane, prenderà corpo all’interno della tragedia: le vedremo abbandonate distrutte e sconfitte mentre, finita la guerra di Troia, attendono di essere assegnate schiave ai greci. E’ uno spettacolo è fatto di immagini, suggestioni, musica e parole; parole immortali destinate a significare per sempre, ad essere eterne perché eterni sono i sentimenti che raccontano. storie universalmente valide. Mille volti, mille voci , voci che si sovrappongono, voci di padri, di fratelli di figli e infine una voce su tutte a chiudere il nostro spettacolo, quella del coro che ci ammonisce, ricordando che la morte attende tutti, senza la possibilità di sapere quando, ma che dipenderà solo da ciascuno di noi il morire bene o male…